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Chiesa del Santo Spirito – Pegognaga

La nuova Chiesa del Santo Spirito di Pegognaga (MN) nasce come “spazio nuovo” per accogliere la comunità cristiana locale.

Lavorando in stretta collaborazione con gli organi diocesani, gli architetti Enrico Maria Raschi e Sara Lonardi dello studio LR-architetti hanno saputo intrecciare nel loro disegno quattro temi principali: la centralità dell’assemblea liturgica, il rapporto con il contesto urbano, la conservazione della memoria e l’efficienza strutturale.

Ne risulta un edificio dalle linee estremamente pulite, essenziale per forma e volumi, dove sono i dettagli a esprimere l’originalità della visione progettuale.

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Nel 2015, la Diocesi di Mantova e la Parrocchia di San Lorenzo Diacono e Martire hanno indetto un concorso per la progettazione di un nuovo complesso parrocchiale, dopo che la chiesa costruita negli anni Cinquanta e dedicata all’Assunta era stata gravemente lesionata dal sisma del 2012.

Seguendo le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana, la Diocesi aveva richiesto che la nuova chiesa fosse accogliente, capace di ispirare riflessione, di facilitare la partecipazione dei fedeli e di offrire spazi flessibili per attività collettive.

Durante gli scavi per le fondazioni, è emerso che il sito conservava i resti di tre chiese precedenti, rispettivamente di età preromanica, del Cinquecento e del Seicento. In accordo con la Soprintendenza, si è deciso di conservare per quanto possibile i reperti archeologici e di valorizzarli creando un apposito percorso didattico-divulgativo che si snoda in due piccole sezioni espositive; i sedimi rinvenuti nel settore meridionale dello scavo sono invece stati inglobati all’interno delle fondazioni e coperti da un sistema di botole in pietra che possono essere aperte in particolari occasioni.

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La nuova struttura si compone di due fabbricati intersecati fra loro: la chiesa vera e propria, segnalata in altezza dal tetto che richiama l’immagine tradizionale della copertura a capanna, e un corpo più basso, sviluppato sul fronte strada, che comprende la cappella feriale, il battistero, la sagrestia e gli altri spazi parrocchiali.

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L’accesso principale all’aula liturgica avviene dal sagrato, con un secondo ingresso che si apre sulla corte interna, rialzata rispetto alla strada, dove trova spazio un giardino protetto. In una porzione del corpo dell’aula si trova poi la cella campanaria, nella quale sono state collocate le cinque campane novecentesche recuperate dalla vecchia chiesa dell’Assunta.

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Il volume dell’aula liturgica è caratterizzato da un ampio spazio centrale scandito da un fitto sistema di pilastri alternati a finestrature a tutta altezza: la luce esterna, che si diffonde attraverso le vetrate opaline, ritma e circonda tre lati dell’aula. La scelta di non utilizzare vetrate decorate contribuisce a ridurre le fonti di distrazione; i fedeli sono circondati da un bagliore che si fonde nei materiali utilizzati e indirizza lo sguardo verso l’altare e la grande croce in cemento armato. Di notte, le aperture sul muro di cinta permettono all’illuminazione interna di farsi strada verso la città, dando al complesso l’aspetto di una lanterna che brilla nel buio per guidare i fedeli all’incontro col divino.

Gli architetti hanno lavorato molto sulla semplicità e sulla purezza delle forme, eliminando gli elementi superflui per dare vita a un “oggetto” composto da materiali diversi ma legati dallo stesso colore, il classico rosa-rossiccio dei mattoni in cotto, senza linee troppo nette a separare le sezioni. Per le pareti è stato scelto un cemento rosa, che trasforma un materiale percepito come ruvido e aggressivo in caldo e accogliente; per i pavimenti, la pietra rosata della Lessinia – grezza sul sagrato e levigata negli ambienti interni –, mentre i pilastri della sezione superiore della chiesa sono stati realizzati in calcestruzzo color cocciopesto pigmentato con ossidi di ferro. Infine, il tetto a capanna è rivestito in zinco-titanio zintek® Rosso Antico della serie «The Color Line», che stempera la freddezza del metallo e restituisce l’impressione di un manto vellutato.
La copertura a doppia falda è realizzata con lastre aggraffate di larghezza costante, caratterizzate da giunti longitudinali in aggraffatura angolare e da un giunto trasversale a corsi sfalsati. L’uso dello zintek® ha permesso di ottenere una copertura liscia e apparentemente senza canale di gronda, che è stato “nascosto” abbassando il colmo ma mantenendo i requisiti di pendenza per una corretta ventilazione. La scelta del rivestimento in zinco-titanio ha inoltre permesso di contenere il peso complessivo della copertura, costituita da travi d’acciaio e sorretta da una fondazione rigida poggiata su tiranti. Una struttura durevole e resistente, e al contempo flessibile, in grado di reggere anche a sollecitazioni estreme (maltempo, fenomeni sismici). La protezione garantita alla chiesa dalla copertura diventa così simbolo della protezione più alta che la Chiesa offre al suo popolo: come lo zintek® è uno scudo che ripara l’edificio dalle aggressioni esterne, così l’intera costruzione, concepita per accogliere la comunità e facilitare la preghiera e la celebrazione, è il rifugio per il corpo e l’anima dei fedeli. Un rifugio confortevole, destinato a durare all’infinito.

Per tutti i dettagli sul progetto della chiesa, sfoglia la monografia fotografica.

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