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Architettura sostenibile

Cos’è l’architettura sostenibile

Si parla sempre più spesso di architettura sostenibile, o “bioeconomica”, ma per capire che cosa significa è necessario partire dal presupposto che si tratta di un approccio culturale, prima ancora che disciplinare.

Se infatti l’uso del termine “sostenibile” ci fa pensare alla necessità di ragionare in termini di risparmio energetico e riduzione dei consumi, basta approfondire il tema per rendersi conto che la questione non è in sé risolutiva, ma è invece parte di un discorso più complesso, che unisce organicamente tutte le fasi e i livelli del processo costruttivo.

L’architettura sostenibile è tale perché guarda sì ai valori economici di un progetto, ma lo fa assumendosi la responsabilità del peso etico, ambientale e sociale delle sue scelte.

Chi progetta e costruisce edifici ha il dovere di considerare quanto ognuno di essi caratterizzi il contesto in cui è immerso. Un’architettura bella e “sana” produce a sua volta salute e bellezza, e innesca un circolo virtuoso che arricchisce il territorio e le persone che lo abitano, economicamente e spiritualmente. È inoltre necessario iniziare a pensare agli edifici come a spazi capaci di mutare nel tempo e riadattarsi a diversi usi, così da ridurre gli sforzi di grandi ristrutturazioni e lo spreco di materiali spesso difficili da smaltire in caso di abbattimento totale o parziale.

Come scrisse la World Conservation Union nel 1991, lo sviluppo ecosostenibile deve essere inteso come “un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto dai quali essa dipende. Per questi motivi, è fondamentale valorizzare tanto le grandi opere quanto l’architettura del quotidiano, allineando quest’ultima alle esigenze specifiche della modernità, con uno sguardo sempre rivolto al domani. Lo scopo dell’architettura sostenibile è quindi quello di minimizzare gli impatti ambientali negativi dell’edilizia, ripensandola come una proficua e necessaria collaborazione con la Terra.

I materiali dell’architettura sostenibile

Secondo gli studi condotti dall’Unione Europea, l’industria edilizia consuma da sola il 24% delle materie prime su scala globale. A ciò vanno aggiunti i massicci consumi energetici e d’acqua richiesti nei processi di estrazione, lavorazione, trasporto e installazione. Non stupisce quindi che tra i punti focali dell’architettura sostenibile vi sia l’importanza di scegliere materiali innanzi tutto riciclabili, interamente o quasi, che controbilancino quelli attuali, per la maggior parte molto difficili da smaltire.

Limitare l’impatto ambientale – calcolato su fattori come il consumo di energia e materie prime – è la base dell’architettura sostenibile, e da tempo lo è anche di alcuni materiali che sposano questa filosofia.

Un materiale amico dell’ambiente

Un esempio è il laminato in zinco-titanio zintek®, prodotto a Venezia Porto Marghera, che non inquina perché è naturale, totalmente riciclabile e virtualmente esente da manutenzione. Anziché rovinarsi, con il tempo si ricopre di uno strato protettivo composto da carbonato basico di zinco, che gli garantisce una durata fino a cent’anni e un forte valore di mercato anche come materiale di recupero.

Lo zinco-titanio inoltre interagisce con l’ambiente, tanto che l’acqua piovana raccolta dalle colature di rivestimenti in zintek® risulta ottima e particolarmente nutriente per le piante, grazie alla presenza dai sali minerali dello zinco.

I principi dell’architettura sostenibile

Come detto precedentemente, quello dell’architettura sostenibile è un concetto strutturato in insiemi interconnessi, il cui equilibrio è fondamentale per tradurre le idee in realtà.

Efficienza energetica

È il punto di partenza, senza il quale non avrebbe senso parlare di architettura sostenibile. Perché un edificio sia considerato efficiente deve essere in regola con le direttive europee 2002/91/CE e 2006/32/CE, e non solo: deve anche godere di un buon isolamento acustico e termico, così da evitare gli sprechi legati ad esempio all’abuso dei sistemi di regolazione della temperatura interna (riscaldamento e condizionamento), e deve anche razionalizzare le risorse idriche.

A questo proposito, Zintek ha partecipato nel 2014 alla riqualificazione energetica della sede della Messaggero di Sant’Antonio Editrice, nel centro storico di Padova. Gli obbiettivi erano molteplici: ridurre i consumi elettrici dovuti al condizionamento estivo e quelli di combustibile per il riscaldamento invernale; risolvere i problemi di abbagliamento e forte insolazione negli uffici, delle infiltrazioni dal tetto e della continua manutenzione; aumentare il benessere abitativo. Per fare ciò, si è scelto di affrontare tutti questi punti in un unico progetto. Per la sostituzione dei del manto di copertura, è stato scelto il laminato in zinco-titanio zintek® che, installato sul corrispondente pacchetto di isolamento, limita le dispersioni di calore e raffreddamento. È stato poi realizzato un cappotto termico che consentisse di raggiungere ulteriori e specifici miglioramenti dal punto di vista dell’efficienza energetica. Inoltre, si è ovviato alla criticità di possibili ponti termici definendo un computo metrico e un capitolato prestazionale degli stessi. Appena entrato in funzione, il nuovo sistema di copertura ventilata ha portato immediatamente a una sensibile riduzione dei consumi: il 71% tra ottobre 2013 e ottobre 2014, il 45% tra gennaio 2013 e gennaio 2015, il 55% tra marzo 2013 e marzo 2015.

Qualità della vita umana

Migliorare un ambiente significa migliorare la qualità della vita.
Non solo è indispensabile mettere sempre sicurezza e salute davanti a tutto, ma è altrettanto importante che l’architettura si allinei alle esigenze del contemporaneo. Bisogna creare più strutture finora trascurate, come appartamenti nati per l’affitto, condomini multi-famigliari, uffici che si adattino alla flessibilità del lavoro moderno e alloggi per studenti.

In questo senso, interessante è il progetto di rivitalizzazione delle Conterie di Murano, storico complesso industriale acquistato dal Comune di Venezia e trasformato in un’area vitale, che conta residenze, attività artigianali e commerciali, il rinnovato Museo del vetro e alloggi studenteschi. Il progetto – che non a caso mirava a conservare la memoria industriale dell’area, connettendola però al tessuto urbano circostante – ha voluto conservare manufatti come la facciata nord, che ha dettato lo stile dell’intero nuovo complesso, e ha utilizzato mattoni di recupero per sostituire le porzioni di muratura mancanti.

Un bell’edificio che si offre solo allo sguardo di pochi, però, esaurisce rapidamente parte del proprio valore. Bisogna invece rivalutare la necessità di comporre uno streetscape positivo, così da innescare un circolo virtuoso di miglioramento e bellezza. Zintek è fiera di aver sostenuto, negli anni, opere di alto profilo che hanno sposato questi principi.

Un esempio significativo sono i nuovi headquarters di Davines, a Parma. Il Davines Village – com’è stato battezzato – è un insieme di edifici amministrativi, produttivi e direzionali, la cui estetica ricorda, appunto, quella di un villaggio che si sviluppa attorno alla corte, in questo caso rappresentata da spazi comuni funzionali (caffetteria e ristorante), ma impreziositi da verde e vasche acquatiche. Era importante che le linee del complesso risultassero omogenee, e per questo sono state provvidenziali le coperture in zinco-titanio zintek®, il cui aspetto naturale si armonizza perfettamente al legno delle facciate, così come la sua grande modellabilità ben si è adattata alle finiture interne ed esterne. Davines ha inoltre partecipato all’iniziativa “Kilometro Verde”, che ha visto piantare lungo tutto il fronte autostradale dell’azienda arbusti che ben sopportano l’inquinamento e assorbono alte concentrazioni di CO2.

Armonia tra le parti

Soddisfare le richieste del committente è sempre una priorità in architettura. Ecco perché è importante che ogni progetto parta razionalizzando il contesto specifico, sia in termini di eventuali risorse naturali presenti che di tessuto sociale, e ciò deve avvenire fin dalle primissime fasi concettuali. In questo modo verranno rispettati i ritmi, le possibilità e l’identità dello spazio circostante, che ingloberà l’opera in modo armonioso ed esteticamente piacevole.

Ciò è stato tenuto ben a mente nella progettazione dello Chalet Fiat di Madonna di Campiglio. Seguendo il principio per cui l’opera dell’uomo non dovrebbe sopraffare la natura, ma compenetrarla, l’ormai obsoleta struttura sciistica Dosson sulla cima del monte Venda è stata oggetto di un ambizioso restauro, il cui scopo era quello di caratterizzarsi come landmark, nel rispetto del paesaggio circostante. Le coperture del volume ligneo sono state realizzate in zintek®, che con il suo color grigio-roccia si sposa visivamente al contesto, assicurando un’immersione nel territorio pressoché totale. La sua grande modellabilità ha inoltre permesso la creazione di volumi non lineari che, stimolati dalle geografie del luogo, vogliono ricordare l’alternarsi delle cime sul fronte sud-est. Lo chalet si pone quindi come un elemento paesaggistico di connessione, che non modifica la vista sulle Dolomiti.

Interazione con l’ambiente

Quello dell’armonia tra le parti – in questo caso costruttive e ambientali – è un discorso fondamentale per l’architettura sostenibile. L’interazione con l’ambiente però passa anche attraverso altri importanti accorgimenti, come l’uso di materiali che si adattino al contesto preesistente, la possibilità di utilizzare sistemi alimentati da biomasse e di sfruttare e gestire energie rinnovabili.

Nel caso del quartiere Le Albere, riqualificazione dell’area ex Michelin della città di Trento, progettata da Renzo Piano, è stata fatta un’importante e coscienziosa opera di sfruttamento delle energie naturali, attraverso una centrale di trigenerazione, ovvero un impianto in grado di produrre energia elettrica, termica e frigorifera. Questo sistema si traduce in un risparmio di combustibile, in un minore impatto ambientale e in una riduzione dei costi di manutenzione. In questo caso, Zintek è stata fondamentale nell’attuare l’interazione con l’ambiente auspicata. Oltre ad aver applicato la pelle in laminato in zinco-titanio zintek®, ha proposto: una stratigrafia più efficiente; un’interessante combinazione tecnologica ed estetica tra metallo e legno, che ha consentito di modellare volumi allo stesso tempo slanciati e resistenti; l’inserimento di pannelli di larice naturale a vista nella controsoffittatura, al posto della lamina in metallo inizialmente prospettata.

Riuso coscienzioso

Con l’aumentare delle strutture obsolete o abbandonate (in Italia si parla del 6% di sole case, una quantità enorme), è sempre più importante entrare in un’ottica di riuso coscienzioso. Occorre conservare il più possibile dell’edificio originario, nella misura in cui le sue parti e materiali non presentino problematiche per la sicurezza e la salute.

I Prysmian Headquarters di Milano Bicocca, sorti dai vecchi stabilimenti Pirelli, si sono inseriti in uno dei più grandi interventi di riqualificazione urbana degli ultimi vent’anni, ponendosi come obbiettivo quello di non tradire il passato industriale dell’area, ma dettando un nuovo standard per il futuro. Gli edifici preesistenti, realizzati nel 2001, sono stati riadattati in modo da eliminarne le debolezze estetiche, adeguarli a diverse necessità d’uso e aggiornarne le esigenze energetiche. Si è optato quindi per realizzare un complesso composto da quattro corpi di fabbrica, intervallati da due grandi “serre bioclimatiche” dotate di ampie vetrature. Il laminato in zinco-titanio zintek®, grazie alle sue caratteristiche tecniche, è stato scelto per le coperture e il rifacimento delle facciate est e ovest; in entrambi i casi, il rivestimento insiste su una stratigrafia ventilata, che contribuisce a regolare l’umidità interna degli ambienti, migliorando il benessere percepito, e a razionalizzarne le risorse energetiche.

Un materiale armonizzante nei progetti

Un lavoro simile è stato svolto per la Cittadella dell’Edilizia di Porto Marghera, edificata nell’ambito del recupero della zona Ex Agrimont, scelta come sede dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) per dimostrare quanto il settore delle costruzioni veneziano creda nel suo recupero e riqualificazione. I vecchi edifici sono stati ricostruiti sul medesimo perimetro delle strutture precedenti (un laboratorio in disuso e la vecchia infermeria), utilizzando in particolare due materiali: il cristallo dell’ampia vetrata sud, ombreggiata da brise-soleil nel quale sono state inserite membrane fotovoltaiche, e un avvolgimento continuo in laminato in zinco-titanio zintek®, che in virtù della sua malleabilità segue ogni angolo e curva dell’opera, rivestendola come un abito su misura.  

Il laminato in zinco-titanio zintek® si configura quindi come un materiale moderno, ideale per i progetti di riqualificazione, capace di unire la modellabilità necessaria a riprodurre stili e suggestioni a una resistenza tale da non richiedere ulteriori interventi, il tutto nel rispetto dell’ambiente. In conclusione, l’architettura sostenibile mira a migliorare il rapporto tra edificio, uomo e natura, ben consapevole del fatto che una risoluzione ottimale è ancora lontana, ma fortemente convinta del fatto che le risorse per partire siano già nelle nostre mani: tutto sta a metterle in atto con coscienza, cuore e determinazione.

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